(18 – 21 marzo 2025) – 2 adulti
Parma
Sosta nel parcheggio gratuito lungo la Via Emilia all’incrocio con Largo Remo Coen, un pochino trafficato al mattino per la presenza di una scuola. Dal parcheggio con il bus n°3 si arriva in centro dopo circa 3km (fattibili anche a piedi). Abbiamo visitato il complesso della Pilotta (cosiddetto perché gli spagnoli praticavano il gioco della pelota) con ingresso a 18€. Ospita un interessante Museo Archeologico e la Galleria Nazionale con opere dei due più grandi pittori parmensi: Correggio (L’incoronazione della Vergine) e il Parmigianino (Schiava turca), morto a 37 anni e così soprannominato per la sua bassa statura. Di forte impatto abbiamo anche notato lo schizzo su tavola in legno di Leonardo da Vinci che rappresenta la Scapigliata, così definita per i suoi capelli spettinati. Tra i tantissimi quadri, esposti in numerose sale poste a vari livelli del palazzo, spicca il tratto “moderno” del pittore Schedoni (‘800) che richiama il Caravaggio per l’importanza della luce e della gestualità dei soggetti rappresentati. Sempre compreso nella visita di Palazzo Pilotta è l’interessante tour del teatro Farnese (uno dei primi teatri italiani, eretto nel XV secolo ma che ha visto solamente l’allestimento di 9 rappresentazioni). Una di queste doveva prevedere l’allagamento della parte antistante il proscenio; il tutto era in funzione della visita di Cosimo de Medici che però venne poi rimandata. Il teatro fu distrutto dalle bombe nel 1944 e successivamente ricostruito nel 1963. L’ambiente è spettacolare, testimonianza della sfarzosa vita di corte dei duchi Farnese. E’ visitabile anche dietro le quinte. Ad un certo punto della visita viene proiettato un filmato proprio sul palco con lo sfondo musicale della Primavera di Vivaldi: suggestivo. Nel complesso la visita è senz’altro soddisfacente. Abbiamo poi effettuato una rapida visita al Museo della Stampa del tipografo saluzzese Bodoni, uno dei più grandi al mondo. In totale la visita dura circa 3 ore.
Al di sotto delle aspettative la visita al Battistero che ha seguito quella al Museo Diocesano. Interessante invece la visita alla Cattedrale Romanica, molto decorata all’interno, con alcuni affreschi dell’immancabile Correggio. Per rilassarsi c’è il parco Ducale, curato e ampio spazio verde.
Fontanellato
Qui si segnala in particolare l’imponente Fortezza dei Sanvitale che la notte è sapientemente illuminata. Circondata da un ampio fossato colmo d’acqua, e con pesci enormi, venne eretta nel XIV secolo. Il precursore era un guerriero mercenario ed i suoi discendenti ottennero la proprietà del castello grazie ai servizi prestati. Racchiude uno dei capolavori del manierismo italiano: la saletta dipinta dal Parmigianino nel 1524 con il mito di Diana e Ateone, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio. Qui la committente Paola Gonzaga, sposa di Galeazzo Sanvitale, rifletterà sul senso della vita e sulla sua sfortunata sorte che la vede perdere un figlio. Il castello nel 1948 venne venduto dall’ultimo discendente dei Sanvitale per 18 milioni al comune (per motivi economici e perché non vi erano eredi maschi). Visitabile l’unica Camera Ottica in funzione in Italia, all’interno della quale un sistema di specchi riflette su di uno schermo l’immagine della piazza antistante. Curioso anche il teatrino con sfondi paesaggistici intercambiabili donati dalla duchessa Maria Luigia d’Austria ai propri nipotini. All’interno della fortezza è ancora intatto l’appartamento nobile dei Sanvitale, oggi museo. In zona è famosa la culatelleria “Salumificio Rossi” dove si possono degustare prodotti tipici locali (chiude alle 18) ed acquistare salumi e parmigiano.
Noceto
Interessante la visita guidata di circa mezz’ora (20€) al Caseificio Bertinelli di Noceto con degustazione finale di parmigiano di varie stagionature (15-24-30 mesi) accompagnato, a scelta, da Malvasia o Lambrusco. Le lavorazioni vere e proprie si svolgono al mattino presto (5,30-6,30): si producono 24 forme da 50 kg al giorno. Nei magazzini ne sono stoccate 14.000 da 40 kg (con la stagionatura il peso diminuisce). Il latte arriva dalle stalle di loro proprietà dove vengono allevati 800 capi. Il latte viene lasciato riposare una notte, dopodiché si asporta la panna che emerge in superficie e si ricava il burro. Il latte (50% intero e 50% scremato) viene quindi messo in profondi recipienti conici e mescolato con un apposito strumento, lo spino, da un malgaro (la lavorazione coinvolge solo 3 persone). Le forme poi passano alla salatura, che determina la fuoriuscita di acqua, e successivamente inizia la stagionatura (durante la quale, più volte al giorno, le forme vengono girate automaticamente da bracci robot). A distanza di un anno, poi, con un martelletto si percuotono le forme per rilevare eventuali anomalie di trasmissione del suono che indicherebbero la formazione di bolle d’aria (a quel punto, ma si verifica di rado, la forma diventerebbe di seconda scelta). Il caseificio Bertinelli di Noceto è attivo dal 1895: all’inizio possedevano solo tre vacche…
Colorno
Visitiamo la Reggia (11€) ben illuminata nelle ore notturne ed adiacente al Taro. Dal Rinascimento ai nostri giorni è passata di mano in mano molte volte e precisamente: nobile famiglia Sanseverino, i Farnese, Carlo III di Borbone, seconda moglie di Napoleone (Maria Luigia d’Austria), la provincia di Parma che la adibì ad ospedale psichiatrico, l’esercito tedesco durante la guerra ed infine alla scuola internazionale di cucina italiana.













