Lago di Costanza e Baviera in camper (1° viaggio)

(27 maggio – 5 giugno 2005)
Autocaravan: Laika EcoVip 3 – Equipaggio: 2 adulti e 1 cane

Romanshorn (CH) (27 maggio, venerdì)
Partenza da Ivrea alle ore 14,50. Prendiamo l’autostrada Torino-Milano ed usciamo dopo Greggio per imboccare la Gravellona Toce (A26). Usciamo quindi a Vergiate e seguiamo le indicazioni per Luino. Bella la zona dopo il tunnel gratuito del San Bernardino di 6,6 km, anche se bisogna percorrerla piano perché si sale fino a 1600 metri di altitudine. Arriviamo alle ore 23 (dopo circa 6 ore e mezza di viaggio) a Romanshorn, sulle rive del Lago di Costanza. Notte al “seepark”, un parcheggio gratuito e non vietato ai camper che va benissimo per dormire e come posto tappa per esplorare le zone circostanti. Belle piste ciclabili e pattinabili, ben curato anche il parco acquatico con idroscivoli e vasto prato all’inglese, beach volley e piscina (molto affollato nel fine settimana).

Romanshorn (28 maggio, sabato)
Romanshorn Fontana dirigibile
Da Romanshorn si può traghettare a Friederichshafen (in Germania). Bello il lungolago nei pressi del “seepark” in direzione del paese; al porticciolo ci sono delle belle fontane con giochi d’acqua (attive fino alle ore 22), illuminate la sera. Oggi in paese è festa: c’è musica ed allegria tra le bancarelle di cibi provenienti da molte nazioni (Kenia, India, Italia, Austria, Svizzera,…). In pomeriggio abbiamo percorso le piste ciclabili (si chiamano ”wanderweg”) in direzione di Costanza, per una decina di km, passando per Uttmil e Kesswil. È una zona con villette basse sul lago ed estese coltivazioni di pere e vivai. Il clima è particolarmente caldo (intorno ai 30 gradi e più) e la gente fa tranquillamente il bagno nel lago. Tantissimi in bicicletta, qualcuno pattina. A 150 metri dal parcheggio, possibilità di confortevole sosta in riva al lago distesi su di un bel prato con erba rasata e posti all’ombra. Qui i prezzi sono generalmente alti, tranne che per i carburanti che costano un po’ meno che da noi. Un dirigibile trasporta i turisti lungo la costa del lago.

Costanza (D), Mainau, Schaffausen (29 maggio, domenica)
Costanza1 Costanza2 Mainau1 Mainau2
Costanza è a 23 km da Romanshorn. Parcheggiamo nel posteggio Dobele (P2) in prossimità del centro, abbastanza discreto e poi lungo il lago (non eccezionale) nei pressi di un monumento girevole dedicato ad Imperia. Da rimarcare alcuni edifici pregevoli ed affrescati come in Tirolo ed Alto Adige ed un quartiere disposto a semicerchio al di là del ponte, verso Mainau. La cattedrale, che sembra moderna, ha delle vetrate colorate ma non l’abbiamo visitata.
In pomeriggio puntiamo verso la penisola di Mainau, 9 km a nord-est di Costanza. “Blumeninsel” (isola fiorita) è una sorta di giardino pubblico con aiuole fiorite e giochi per bambini che si affaccia sul lago di Costanza, molto adatta alle famiglie. Il parcheggio costa 5 euro mentre l’ingresso al parco 11 euro per gli adulti (22,2 euro per un nucleo famigliare, così all’ingresso si improvvisano improbabili famiglie…). Il luogo è piacevole anche se non si raggiungono i livelli di cura che hanno per esempio gli olandesi in posti analoghi. Fa molto caldo ma le panchine all’ombra non mancano. Nel parco ci sono anche le sequoie: diffuse soprattutto in California, possono raggiungere 27 metri di altezza e 12 di diametro (e vivere 120 anni). Mainau è una meta turistica molto frequentata, anche a giudicare dall’ampiezza del parcheggio in cui però è vietata la sosta notte.
Nel tardo pomeriggio si procede per Schaffausen (CH) e per le cascate del Reno (Rheinfall) attraverso Singen. I passaggi doganali sono abbastanza veloci. Tra Mainau e Schaffausen ci sono circa 45 km. A Schaffausen ci fermiamo nel parcheggio per i camper (costo 12 euro per 24 ore, un po’ meno se si paga in franchi svizzeri: in entrambi i casi bisogna munirsi di moneta perché il pagamento, automatico, può essere fatto solo così). L’area di sosta è molto bella: il prato dove potrebbero sostare un centinaio di camper ne ospita oggi solo tre o quattro, l’erba è rasatissima, l’ombra non manca, i servizi sono pulitissimi, c’è un camper service (ma solo per WC a cassetta) e le docce calde ad 1 euro. Molto silenzioso la notte. Da qui ad arrivare a vedere dall’alto le cascate (cioè da 150 metri) bastano 5-10 minuti. Il giro completo, fino all’ultimo balconcino sulla sponda opposta, attraversando il ponte della ferrovia e la zona del castello, può durare da 1 a 2 ore a seconda delle soste per l’osservazione dello spettacolo. Abbiamo visto le cascate anche in versione notturna (solo la parte finale) perché sono illuminate. Pur non essendoci salti molto alti (circa 23 metri di altezza), lo spettacolo è suggestivo per l’imponente massa d’acqua in movimento e per la possibilità di ammirare le cascate da differenti angolazioni. Belli gli ultimi due terrazzini sulla sponda opposta a quella dell’area camper, perché si ha l’impressione di essere in mezzo alla massa d’acqua che ti viene incontro.

Schaffausen, Stein am Rhein (30 maggio, lunedì)
Cascate1 Cascate2 Cascate3 SteinAmRhein
Giro diurno a vedere le cascate. Abbiamo cominciato con il “tour n°1” in barca (6,50 franchi svizzeri a testa) che porta sul roccione in mezzo alle cascate; era la prima corsa del giorno (alle ore 10) e c’eravamo solo noi… Ne valeva la pena! Già il giro dopo era piena di gente. Al punto di approdo, alla base del roccione, le trote saltavano per tentare di risalire la cascata! La barca ci viene quindi a prendere per trasferirci sull’altra riva del Reno (lato castello), navigando parallela al fronte della cascata (a circa 80 metri di distanza). Infine, ritorniamo a piedi all’area camper passando sul ponte della ferrovia: queste cascate sono una meta da non mancare.
Schaffausen è una cittadina carina, con i balconi a sporto ed alcune case a graticcio (architettura tipica della zona).
Ci trasferiamo in tardo pomeriggio a Stein am Rhein, ad una trentina di km in direzione Kreutzlingen. Anche se la sera non è ben illuminato, il paesino si dimostra all’altezza della sua fama, con le case affrescate del XV-XVI secolo e a graticcio. Si può sostare nel parcheggio nei pressi della torre dell’orologio (a pagamento dalle 10 alle 18). Bello anche il parcheggio lungo il Reno (un po’ più lontano dal centro ma con un bel prato all’inglese vicino).

Stein am Rhein, Steckborn, Meersburg (31 maggio, martedì)
Steckborn Meersburg
Al mattino, dopo aver visto Stein am Rhein con la luce di un sole tiepido, facciamo un giro in bici da Stein a Steckborn (12 km con pista ciclabile che scorre non proprio a bordo lago ma un po’ in alto; la vista sul lago ne guadagna è tutta in mezzo al verde). Steckborn è un bel paese, tutto ben curato con splendidi prati rasati in riva al lago (più giochi sportivi nei pressi). Pranziamo in riva al lago ma veniamo invitati a spostarci nell’apposita area camper (8 posti), senza vista sul lago, distante 5 minuti a piedi.
A metà pomeriggio via Singen-Stockach puntiamo verso il lato tedesco del lago con meta Meersburg che, secondo alcuni, è il più bel paese su questo versante. Per strada notiamo la basilica di Birnau che ha la particolarità di essere priva di colonne, barocca ed in una posizione panoramicissima, a circa 100 metri sul livello del lago. Ci dirigiamo quindi a Meersburg prendendo per la parte bassa e deviando a destra. Ci sono alcuni parcheggi lungo il lago (riservati alle auto…) a pagamento dalle 8 alle 18 (1 euro all’ora). Parcheggiamo in quello riservato ai clienti delle terme. Il posto ancora una volta è splendido, molto fruibile, con il lago a 20 metri dal camper e prato verde. La cittadina è molto bella, vi è una parte bassa con belle case colorate e ristorantini sul lungolago ed una parte alta da cui si gode una splendida vista. I punti più panoramici sono quelli delle terrazze dell’ultimo ristorante che si trova nella parte alta e del palazzo dove visse nella seconda metà dell’800 una certa Annette (forse una regina… purtroppo qui è tutto scritto solo in tedesco, compresi i menu dei ristoranti). Il paese è posto su una collina coltivata a vigneti: nei bar si vedono infatti i clienti bere vino più che birra. Pernottiamo qui.

Meersburg, Lindau, Fussen (1 giugno, mercoledì)
Lindau
Dopo una tranquilla notte in riva al lago andiamo a rivedere Meersburg di giorno. Ci trasferiamo quindi a Lindau; i camper si lasciano nell’apposita area a pagamento che dista circa 1 km dalla penisola. Qui c’è molto turismo, alcuni begli edifici, un discreto porticciolo, ma nel complesso ci pare un po’ sopravvalutata. Dopo averla girata un po’ in bicicletta ed un po’ a piedi e dopo aver gustato un ottimo gelato in una delle tante gelaterie italiane che si trovano da queste parti, ci trasferiamo verso Fussen, via Kempten.
Il paesaggio, che è sempre stato verdeggiante e rilassante, si fa sempre più bello e a circa 20 km da Fussen con morbide colline e diversi laghetti. A Fussen fatichiamo un po’ a trovare l’area camper (in realtà ce ne sono due, vicine tra loro; la prima con camper più ravvicinati ed a minor costo – 7 euro, l’altra, che scegliamo, con la possibilità di aprire verande e metter giù sedie – 10 euro incluso il carico-scarico delle acque). L’area camper è nei pressi di un’area commerciale ed il bel centro storico, distante km 1,5, ha le solite case colorate, un bel castello, alcuni edifici signorili e molti negozi se interessa fare shopping.

Castelli di Ludwig II, lago Alpensee, Romantic Strasse, Wieskierck, Steingaden, chiesa Wieskierck (2 giugno, giovedì)
Castello PonteDiMaria Wieskierck Campagna
Ci svegliamo presto per andare ai castelli di Ludwig II, re di Baviera che visse all’incirca dal 1841 al 1886, cioè poco e che dissipò il patrimonio di famiglia per edificare il castello di Neuschwanstein dopo aver vissuto la sua infanzia in quello di Hohenschwangau. Arriviamo alla biglietteria verso le 8,20 e ci prenotano per la visita delle 9,50 per il castello di Hohenschwangau e delle 11,55 per l’altro. L’ingresso ai due castelli costa 17 euro a testa più 6 euro per il parcheggio (che sono diventati misteriosamente 10 euro, forse perché abbiamo sforato e le indicazioni non sono chiare). I castelli si visitano con audioguide in italiano e durano entrambe sui 35 minuti. In più servono 25 minuti per spostarsi dal castello giallo (Hohenschwangau) a quello grigio (Neuschwanstein) ed altri 10-15 minuti per recarsi a vedere il ponte di Maria (Marlenbruke) a picco su un orrido spaventoso e con assi che traballano un po’ quando qualcuno ci corre sopra. Sul ponte c’è anche un signore in costume locale per eventuali fotografie. Il castello di Hohenschwangau è il meno sfarzoso dei due (ed anche il meno visitato); le camere sono relativamente piccole, a parte la sala delle feste dove troneggia il tesoro dei nibelunghi. In entrambi i castelli sono molti i dipinti che si riferiscono alle opere di Wagner, molto apprezzato anche da Ludwig II ed alla leggenda di Loengrin con relativa profusione di cigni. Belli gli scorci sull’Alpensee che dopo la visita ai castelli abbiamo circumnavigato in bicicletta (da evitare, molto meglio farlo a piedi). Nel castello di Neuschwanstein si ricordano: la visita troppo frettolosa (l’edificio è a 5-6 piani e si vedono poche stanze), i gruppi troppo numerosi, la sala del trono con mosaici a contenuto religioso, il maestoso lampadario sotto cui doveva esserci il trono, mai costruito a causa della morte di Ludwig II, alto 2 metri e con un diametro di altrettanti metri; i toni sul blu e dorato che pare siano stati ispirati dall’arte bizantina; il letto a baldacchino del re con finissimi lavori di intarsio ligneo e, alle pareti, dipinti che si richiamano ai contenuti della Gerusalemme Liberata del Tasso; una finta grotta con tanto di stalattiti; busti e colonne in marmo di Carrara; soffitti a cassettoni. E, infine, il salone delle feste con le 600 candele sparse nei vari lampadari. Il castello fu ultimato nel 1886, anno della morte di Ludwig II; l’energia elettrica vi fu introdotta nel 1910 (insieme ad un ascensore non più funzionante). È presente anche uno dei primi telefoni e sono da osservare interessanti fotografie che ritraggono i cantieri di costruzione dell’edificio. Poco dopo la morte di Ludwig II, che odiava Monaco di Baviera (ove pure teneva la residenza di Ninphemburg), e amava molto la natura intorno a Fussen e a Schwangau, i castelli furono aperti al pubblico, cosa che Ludwig II, dicono, avrebbe “aborrito” perché riteneva che lo sguardo altrui avrebbe profanato quei luoghi. Questo, insieme al fatto che ad un certo punto il sovrano ricevette spesso la visita di illustri psichiatri, e che dilapidò le sue sostanze a forza di costruire “umili” castelli fino ad essere interdetto, fa insinuare alcuni dubbi sulla sua sanità mentale. Era alto 1,94 m. e avrebbe dovuto sposare una sua cugina Carlotte Sofia, ma non se ne fece mai nulla. Le audioguide sono un po’ reticenti sulle circostanze definite “misteriose” della sua morte, immediatamente successiva alla sua interdizione e avvenuta, verosimilmente, per annegamento nel lago di Berk (suicidio? omicidio?) insieme al suo medico. Bello l’audiovisivo proiettato (in tedesco o inglese) alla fine della visita al castello, con musiche di Wagner e immagini proiettate sulle pareti laterali della sala, in cui si percepisce la sensibilità d’animo di Ludwig II ed il suo amore per la natura.
La visita ai castelli, ritorno al parcheggio incluso, è terminata alle 14. Alle 18 ci siamo allontanati da Fussen verso l’inizio della Romantic Strasse che percorreremo nei prossimi giorni. Per circa 40 km il paesaggio è molto bello; si avvicendano colline con prati verdi e boschi di conifere a perdita d’occhio, con le montagne in lontananza. All’altezza di Steingaden (dove pernotteremo vicino alla chiesa sottovalutando il disturbo del campanile…) deviamo per circa 6 km per vedere la chiesa rococò Wieskierck (chiusura alle 19). La chiesa, come anche le altre che vedremo in seguito, differenzia dalle nostre per le tonalità chiare e appare quindi molto luminosa. Tutt’intorno scorrono sentieri e piste ciclabili per decine di chilometri: è un luogo particolarmente bello. Da segnalare anche l’ottima cena nella gasthof di fronte alla chiesa.

Schongau, Landsberg, Harburg, Nordlingen (3 giugno, venerdì)
Landsberg Nordlingen
Oggi abbiamo visto in successione Schongau (solite case colorate, un bel mercatino, ma forse non vale la pena se uno ha poco tempo), Landsberg (da vedere), Harburg (carino ma perdibile; è un borgo attraversato da un fiume dominato da un imponente castello) e Nordlingen (da vedere assolutamente).
A Landsberg grazie all’aiuto spontaneo di un tedesco troviamo parcheggio (gratuito) presso un centro sportivo a circa 15 minuti dal centro. Il paese è carino, sul fiume Leck, con piccole rapide e prati in riva al fiume, angoli pittoreschi, bei negozi.
Poi lungo (come tempo) trasferimento da Landsberg ad Harburg in un tratto stradale che dopo Augsburg ha ben poco di romantico ed è molto trafficato, con molti camion e semafori.
Verso le 17,30 visita di Nordlingen, a pianta circolare e completamente circondata da uno stretto portico murario e con diverse torri e porte d’ingresso. Il parcheggio con camper service è vicino al Mc Donald’s. Poi trasferimento allo Sporting-Centrum dove ci sono prati curatissimi, 4 campi da calcio, altri da tennis, una piscina coperta, giochi-bimbi, un laghetto, piste pedonali e ciclabili, pista per skate-board. Per la notte optiamo per il parcheggio dei pullman di Nordlingen (un po’ rumoroso) perché l’area sportiva ci è sembrata un po’ buia e troppo isolata.

Dikelsbühl, Rothemburg ob der Tauber, Vaduz (4 giugno, sabato)
Dikelsbuhl DolciTipici Rothemburg PortaRoder
Dikelsbühl è un altro delizioso e quasi intatto borgo medioevale interamente circondato da mura e torri, con belle case a graticcio e curiose insegne in ferro: da vedere in 1 ora. Il dolce tipico di queste parti si chiama “schneeballen” ed è simile alle nostre bugie ma arrotolate come palle (disponibile anche ricoperto di cioccolato).
Intorno alle 11 giungiamo a Rothemburg ob der Tauber: il Tauber è il fiume che bagna la cittadina considerata la perla della Romantic Strasse. In effetti è molto bella e, per fortuna, non così invasa da turisti come da più parti avevamo letto. Abbiamo fatto un giro piuttosto lungo, tra città antica e mura (circa 5 ore in tutto, ma uno se la può vedere bene anche in 1-2 ore). Al centro del paese c’è il Municipio che è stato incendiato nel 1501 e poi parzialmente ricostruito, così come l’intera città che è stata quasi completamente distrutta dai bombardamenti del 1945. Davanti al Municipio c’è la Piazza del Mercato ove spesso si esibiscono artisti musicali. Dalle 11 alle 17 l’orologio animato della piazza rievoca, attraverso l’apertura di due finestre, la leggenda della “famosa bevuta” (la cittadina filo-protestante venne risparmiata dalla distruzione da parte della lega cattolica perché il capomastro riuscì ad ingollare tutto d’un fiato un mega-boccale di birra). Di rilievo la chiesa di S. Giacomo con l’altare del Preziosissimo sangue (reliquia molto onorata nel medioevo: all’interno di una croce dorata una custodia in cristallo conterrebbe tre gocce del sangue di Cristo). Domina l’altare la bella rappresentazione lignea dell’Ultima Cena. Ai lati dell’altare in un dipinto si vede la piazza del mercato ed il municipio prima dell’incendio del 1501. Sia la visita alla chiesa di S.Giacomo che quella della torre del municipio sono a pagamento (poco più di 1 euro). Altra attrattiva del luogo è il villaggio di Natale allestito nel negozio “Käthe Wohlfart” in Herngasse (traversa di piazza del mercato): contiene un albero di natale alto 5,5 metri ed illuminato con 7000 lucine e più di 1000 ornamenti di vetro. L’ambiente è suggestivo e ci sono tanti oggettini in vendita per gli amanti del genere. Da segnalare, tra i tanti scorci pittoreschi, la porta di Röder e la fucina di Gerlach.

Vaduz (Liechtenstein) (5 giugno, domenica)
Vaduz
Dopo aver iniziato il viaggio di ritorno ci siamo fermati a dormire a Vaduz (Liechtenstein) al Rheinpark Stadion (lo stadio nei pressi del fiume Reno) in un grande parcheggio.
In Svizzera sosta a Cislago per visitare la fabbrica del cioccolato “Alprose” e fare acquisti nello spaccio.

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